Elezioni Regionali in Campania, De Luca avverte: “Sulla sanità non mollo, ho speso 10 anni della mia vita”
“Nei prossimi anni sorveglierò la sanità in Campania, non pensate che prendo 10 anni della mia vita lavorativa e li butto a mare. Bisogna governare la Campania e produrre risultati, perché oggi siamo la prima Regione d’Italia in tanti campi della sanità, a cominciare dalla lista di attesa. E vi pare che ora prendiamo tutto questo lavoro e riportiamo la Campania nella palude che abbiamo trovato?”. Così il presidente della Campania Vincenzo De Luca parlando a Villa Betania, a Napoli, è tornato sul lavoro fatto dalla sua giunta per migliorare la sanità in una regione “che era commissariata e ultima per i livelli di assistenza, che sprofondava nei debiti e non pagava nessuno”. “Ora bisogna portare fuori la Regione dal piano di rientro – ha aggiunto attaccando ancora il governo – Dal 2019 siamo usciti dal commissariamento ma poi il piano di rientro si è allungato per il Covid ed ora ci siamo ancora dentro. Una follia, perché da anni abbiamo il bilancio della sanità positivo, ma per discriminazione rimaniamo nel piano di rientro e dobbiamo trovare nuove risorse con il cappio alla gola”.
Dunque, ha ribadito, “nessuno pensi di ricominciare il carnevale. Io eserciterò un controllo perché se ricomincia il carnevale che fa miliardi di debito dovremo vergognarci davanti ai nostri figli”. Il governatore ha poi sottolineato di aver fatto una “raccomandazione” al candidato del centrosinistra Roberto Fico. “Tenga conto delle strutture del privato convenzionate con la sanità pubblica: non è che dobbiamo lisciare il pelo a tutto il privato convenzionato, ma non possiamo affrontare il tema sanitario in Campania sulla base di posizioni ideologiche”. In ogni caso, ha concluso, “non bisogna fare neanche un passo indietro rispetto alla scelta che abbiamo fatto dieci anni fa, di buttare fuori dalla sanità campana la politica politicante”. “Veniamo da anni lontani nei quali la scelta dei primari e dei direttori si faceva sulla base delle clientele politiche o dei padrini politici – ha concluso – Quella storia noi l’abbiamo interrotta e dobbiamo essere vigili perché non si riproducano quelle vecchie logiche”.





